Nel carcere Mammagialla di Viterbo nel Lazio, si è verificato un nuovo episodio di rivolta, il terzo in pochi giorni. Durante la serata di ieri, alcuni detenuti hanno dato fuoco a materassi, vestiti e letti, causando il panico e cinque intossicazioni tra gli agenti della polizia penitenziaria. Gli agenti sono riusciti a riportare la calma solo dopo un grande sforzo. Negli ultimi giorni sono stati registrati anche altri episodi di rivolta e violenza. Un detenuto con problemi psichici è stato il responsabile dell’incendio nel reparto isolamento. Durante la notte del weekend, gli agenti si sono trovati ad affrontare un’altra ribellione di una cinquantina di detenuti che si sono rifiutati di tornare nelle loro celle. Durante la stessa notte, un detenuto è deceduto per cause naturali, mentre un altro ha cercato di togliersi la vita ma è stato salvato. Il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, esprime preoccupazione per la situazione, definendo la tensione nelle carceri del Lazio sempre critica ed allarmante. Capece chiede l’applicazione immediata dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni per contenere i detenuti violenti e pericolosi, e la dotazione agli agenti della polizia penitenziaria del taser o di altri strumenti per difendersi dalla violenza dei detenuti. Il sindacalista critica anche il Provveditore regionale del Lazio, Maurizio Veneziano, e il Capo del DAP Giovanni Russo per la loro gestione della situazione nelle carceri.
Caos carceri nel Lazio, a Vieterbo nuova rivolta: 5 agenti in ospedale
ITGN