Chiesto processo per 46 persone per finte residenze

Falsi certificati di residenza per il permesso di soggiorno ai bangladesi, la procura di Frosinone chiede il rinvio a giudizio di 46 persone. Una sola, invece, ha chiesto il rito abbreviato.
Ieri davanti al gup Ida Logoluso, si è aperta la discussione con le richieste del pm Rossella Ricca. A seguire gli interventi di alcuni degli avvocati difensori. Il resto, infatti, discuterà il 20 dicembre quando è prevista la decisione.
Sotto inchiesta ci sono titolari di agenzie immobiliari e di appartamenti ubicati in mezza provincia, un avvocato, cinque vigili urbani in servizio nei comandi di Frosinone, Anagni, Veroli, Fiuggi e Trivigliano e il comandante di Fiuggi, un agente del commissariato della città termale nonché l’ex sindaca di Torre Cajetani (ma in qualità di ufficiale dell’anagrafe) per fatti dal 2018 al 2019.
Al termine degli accertamenti condotti dalla polizia di Fiuggi, la procura aveva chiesto per alcuni gli arresti domiciliari, misure rigettate dal gip che aveva rimesso le carte per competenza alla Dda di Roma ipotizzando il reato associativo. Anche le nuove misure avanzate dai pm capitolini (i divieti di dimora) erano state respinte. Infine, l’inchiesta è tornata in Ciociaria dove sono contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, omessa denuncia e favoreggiamento personale.
Le indagini si sono focalizzate principalmente su un agente immobiliare di Fiuggi, un bengalese con il compito di procacciare gli immigrati da regolarizzare (ma gli intermediari erano almeno una decina).
Gli immobili oggetto dell’inchiesta si trovano a Frosinone, Acuto, Alatri, Anagni, Collepardo, Ferentino, Fiuggi, Fumone, Patrica, Pofi, Serrone, Torre Cajetani, Trivigliano e Veroli nonché a Terracina. Con la complicità, in alcuni casi, di cinque vigili urbani, per i controlli, a Frosinone, Anagni, Fiuggi, Trivigliano e Veroli – sostiene l’accusa – sarebbero stati firmati falsi verbali di accertamento della residenza o, in altri casi, alterati quelli negativi.
A volte sarebbe stata falsamente attestata l’idoneità abitativa di case prive degli allacci ai servizi. In tal modo, bangladesi (il grosso), egiziani, pachistani, afghani e indiani avrebbero ottenuto l’iscrizione al registro dei residenti e contratti di comodato d’uso finalizzati al rilascio di permesso di soggiorno, rinnovo o ricongiungimento familiare.
Il sistema, così come ricostruito dall’accusa, ideato per indurre in errore gli addetti delle anagrafi, avrebbe garantito l’ingresso in Italia di immigrati irregolari o la permanenza di chi non ne aveva più titolo. Tra gli imputati, per rivelazione di segreto d’ufficio, pure un assistente capo della polizia di Stato in servizio a Fiuggi.
Finte residenze, chiesto il processo per 46 persone
ITGN