Ponza botte al compagno della ex partecipa pure il figlio minore alla spedizione punitiva

LATINA «Non e vero, non e vero. Basta, Basta». Le grida risuonano nella tarda serata di sabato a Ponza, a Cavatelle, non lontano da Le Forna, attraverso la via che attraversa l’isola. E’ lì che l’auto su cui viaggiano un agente immobiliare, la sua compagna e un amico della coppia viene bloccata. E’ un agguato che temevano, tant’e che stanno riprendendo tutto con il telefonino.
Torniamo indietro di qualche ora. La coppia e a cena con altri amici a Punta Incenso. Vedono strani movimenti fuori dal locale. Da mesi sono vittime di minacce e aggressioni da parte dell’ex fidanzato della donna, tant’e che in tasca hanno due dispositivi gps che si mettono a suonare tutte le volte che il braccialetto elettronico che il signore porta al polso si avvicina eccessivamente. Ma l’altra sera non suona. Però sono preoccupati. Pure perché per tornare a casa devono passare vicino alla casa dell’ex della donna. Per questo hanno la telecamera degli smartphone accesa.
Improvvisamente vengono attaccati. Ma, sorpresa, e un giovanotto a sbucare tra le autovetture e a colpire violentemente il vetro dell’autovettura con il casco. Il signore al volante scende urlando, ma viene raggiunto da altre persone che cominciano a spintonarlo. La sua compagna grida. Poi inizia il pestaggio.
Solo a quel punto – stando al racconto dei testimoni – arriva pure la precedente della donna. Secondo la denuncia presentata più tardi dalla vittima pure il signore con il braccialetto elettronico si dà da fare con i pugni. Il video che riprende la vicenda offensiva e crudo. La vittima viene pestata brutalmente. Pugni in faccia e nello stomaco. Viene sbattuto sul cofano di un’automobile. Poi afferrato per la felpa e trascinato sull’asfalto.
Il traffico e bloccato. C’e gente che riprende la scena con i telefonini, altri chiamano i militari dell’Arma, altri anche ora il 118. Quando a Le Forna arrivano i sanitari il signore pestato viene soccorso e caricato sull’ambulanza. E’ lì che scatta un selfie e altre foto per testimoniare come e ridotto e cosa ha dovuto subire. «Basta, non voglio più tacere» dice concitato. «Tutti devono sapere».
Poi scrive su Fb: «Questa notte sono vivo per miracolo, la legge ha concesso che su un’isola di 7 km questo soggetto faccia la vita liberamente con un braccialetto elettronico dopo un divieto di dimora a Ponza e io con un dispositivo elettronico che suona ogni qualvolta lui si avvicina a me. In pratica suona sempre».
I militari dell’Arma quando arrivano a Le Forna per 1ª cosa arrestano la precedente della donna perché ha violato il divieto di avvicinamento e lo portano agli arresti domiciliari. Quanto all’aggressione e oggetto di inchiesta. I presunti aggressori si difendono dicendo che sono arrivati solo per difendere il giovanotto. Gia, il giovanotto. Quello che ha sferrato il colpo con il casco. Ha 16 anni, e il figlio della donna e parteggia per il padre. Una storia complicata. 1º perché il sospetto aggressore si e rifatto una vita, ha un’altra compagna. Secondo perché la sua famiglia a Ponza e molto conosciuta, ha delle attività e un parente con un ruolo nell’amministrazione comunale che sta per ultimare la consiliatura. A giugno sull’isola difatti si ritorna a esprimere il voto per eleggere il primo cittadino.
Di questa storia si parlerà molto. Più che un pestaggio ha i caratteri di una spedizione punitiva e stavolta chi ha partecipato all’aggressione rischia grosso. Tra l’altro, racconta un parente, il signore mesi fa era riuscito a convertire il divieto di dimora sull’isola proprio per i suoi doveri di padre. Ora la vicenda offensiva rimette tutto in questione.
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