Riassumi questo titolo tra 55 e 70 caratteri Spaccio di droga e soldi da riciclare, la “faccia sporca” di Terni: la relazione della procura generale

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Prima le buone notizie. I reati contro il patrimonio si sono più che dimezzati nell’ultimo anno. Anche se “rimangono numerosi i furti commessi in abitazioni o in esercizi commerciali”. Ma l’allarme continua a suonare, e in maniera sempre più rumorosa, se si analizzano i fenomeni legati a spaccio di droga, rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata che sceglie la conca – l’Umbria – come “lavatrice” per ripulire le enormi risorse frutto di attività illecite – e criminalità minorile.
Sono i tratti salienti della relazione del procuratore generale dell’Umbria, Sergio Sottani, al procuratore generale della Cassazione in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Una fotografia della “faccia sporca” di Terni e dell’Umbria che, fra qualche chiaro e molti punti oscuri, traccia la mappa criminale del territorio.
Uno degli elementi più critici è lo spaccio di sostanze stupefacenti: nel 2022 sono stati sequestrati in Umbria oltre 230 chilogrammi di droga che rappresentano – purtroppo – soltanto una piccola parte di quella che in realtà circola. Tanto è vero che “ormai da molti anni la regione, prima nel capoluogo e poi anche nel Ternano – scrive Sottani nella relazione – è divenuta punto di riferimento per lo spaccio di sostanze stupefacenti anche per acquirenti esterni al territorio regionale”.
“I canali di approvvigionamento – prosegue la relazione – sono da tempo stati individuati in circuiti internazionali che fanno capo, ad esempio, a porti olandesi, per poi essere introdotti via terra nel territorio nazionale. Le notevoli quantità di sostanze stupefacenti sequestrate nella regione dimostrano sia la capacità delle organizzazioni criminali di garantire un flusso ininterrotto di droghe, sia la notevole domanda delle stesse. Le indagini (…) dimostrano purtroppo che il fenomeno è molto esteso e vede tra i fruitori non solo giovani, ma anche persone adulte, professionalmente e socialmente affermate”.
Per quanto riguarda la gestione del mercato della droga, “mentre il commercio di hashish e marijuana sembra appannaggio di cittadini di origine magrebina, la cocaina ed eroina viene gestita da soggetti di nazionalità nigeriana e albanese. Ritorna inoltre il fenomeno dello spaccio da strada, soprattutto eroina, con tutti i fenomeni di criminalità diffusa ad esso connessi. La risposta giudiziaria nel distretto si risolve, purtroppo troppo spesso – rileva il procuratore generale – in misure cautelari nella fase delle indagini, con vasta eco mediatica, a cui seguono tuttavia dibattimenti dalla durata esasperante, con esiti non sempre rispondenti alle aspettative accusatorie”.
Il rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata si concretizza con la presenza “di associazioni a delinquere stabilmente collegate a sodalizi criminali mafiosi (perlopiù campani e calabresi) dediti ad attività di riciclaggio e di reinvestimento di capitali di illecita provenienza. Il flusso di denaro pubblico destinato alla ricostruzione a seguito del sisma del 2016 e del piano nazionale di ripresa e resilienza – sottolinea Sottani – rappresenta il terreno fertile per le tipiche attività della mafia finanziaria. Segnali di particolare allarme provengono nel settore dell’edilizia, con una presenza significativa di cittadini albanesi stabilmente dediti alla commissione di reati, nei reati economico finanziari, con associazioni che si avvalgono delle prestazioni di professionisti per sottrarre beni e risorse finanziarie da società destinate al fallimento oltre che per realizzare delle false fatturazioni, nella truffaldina cessione di crediti dello Stato, nel traffico illegale di rifiuti e nella presenza inquietante di capitali di sospetta provenienza nel settore agroalimentare e turistico, da sempre particolarmente floridi nel territorio regionale”.
Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio, “anche se in alcuni distretti i procedimenti iscritti sono diminuiti, come in quello di Terni dove sono passati da 1779 a 656, rimangono numerosi i furti commessi in abitazioni o in esercizi commerciali. Le indagini svolte hanno individuato i presunti autori, spesso in persone provenienti da altri territori, che integrano una specie di pendolarismo criminale con soggetti che conducono spedizioni mirate per commettere tali reati. Nel periodo di interesse vanno segnalate anche alcune rapine di una certa gravità, nei confronti di esercizi commerciali e di uffici postali, sempre ad opera di soggetti non del territorio”.
Un capitolo piuttosto corposo della relazione viene infine dedicato alla criminalità minorile. In termini numerici, a livello regionale “spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente) e in particolare le lesioni personali (100). Seguono i furti (98 di cui 25 fattispecie aggravate), anche se non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7) mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio. Rilevante il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del forte aumento dei procedimenti per rapina (3 estorsioni e 38 rapine a fronte di 7 estorsioni e 18 rapine del periodo precedente). Desta preoccupazione il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42) così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10)”.
Ai dati segue poi la riflessione per cui “il dato sulla criminalità minorile sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza mediante un’attività integrata che coinvolga in primo luogo la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici”.
Spaccio di droga e soldi da riciclare, la “faccia sporca” di Terni: la relazione della procura generale
ITGN